Allarme per i raggi ultravioletti
Il Buco dell’ozono torna a fare paura. Lo scudo che protegge la Terra dai raggi ultravioletti si è assottigliato del 40% in appena tre mesi. Per l’Organizzazione metereologica mondiale la riduzione che è stata registrata sopra l’Artide “è senza precedenti“. Il protocollo di Montreal, siglato nel 1987 con l’obiettivo di contrastare la produzione e l’uso di quelle sostanze che minacciano il principale strato di ozono, non ha impedito, nonostante il suo successo, di stabilire un nuovo e preoccupante record. Secondo l’Omm, sono due le cause che hanno contribuito allallargamento del buco: le temperature estremamente basse che hanno caratterizzato l’inverno nella stratosfera (il secondo dei cinque strati che compongono l’Atmosfera) e l’elevata resistenza degli elementi chimici nocivi. “Ci vorranno alcuni decenni – precisa l’agenzia dell’Onu che si occupa di meteorologia – prima che la concentrazione di questi gas torni ai livelli precedenti al 1980 e venga raggiunto l’obbiettivo fissato dal protocollo di Montreal“. Le misurazioni effettuate a terra, con i palloni aerostatici e dai satellti mostrano che dalla fine di dicembre alla fine di marzo la riduzione dell’ozono è stata dl 40%. “Il record precedente – puntualizza l’OMM – era del 30%“.
Gli effetti del buco, invece, saranno immediati. “Se la zona senza ozono si sposterà verso latitudini più basse – avverte l’agenzia dell’Onu – ci si potrà aspettare in queste aree un livello più alto di radiazioni ultraviolette. Raccomandiamo a tutti i cittadini di tenersi informati attraverso le previsioni nazionali sui raggi Uv“. Fortunatamente in questo periodo l’altezza del sole nel cielo è tale da limitare in parte l’effetto nocivo di questi raggi, che sono ritenuti responsabili di causare tumori della pelle e di indebolire il sistema immunitario. La perdita record “non rappresenta alcun pericolo per l’Europa, nè tantomeno per l’Italia“, ha precisato il direttore per l’Osservazione della terra dell’agenzia spaziale europea (Esa), Volker Liebig.
Come funziona
Filtro naturale – Lo strato di ozono funge da filtro per le radiazioni ultraviolette (trattenendo da solo circa il 99% della radiazione UV solare), che possono essere dannose per la pelle e causare una parziale inibizioni della fotosintesi.
Il meccanismo – I raggi ultravioletti colpiscono i clorofluorocarburi, liberando cloro. Il cloro scinde l’ozono, combinandosi con l’ossigeno. Così si forma il buco che minaccia il pianeta.
I rischi – L’esposizione ai raggi Uv è un fattore di rischio per lo sviluppo di melanomi, anche se non è stato stabilito un collegamento diretto tra l’impoverimento dello strato di ozono e l’incremento di tumori.